Benvenuti a ... V di Verdura!
Un nome sicuramente particolare per un blog, ma che farà già capire quale sarà l'argomento principale dei suoi post.
Questo non sarà un blog di cucina come gli altri, poichè sarà trattato in maniera quasi univoca l'argomento delle verdure.
Tutti sappiamo quanto sia importante assumere giornalmente almeno due porzioni di verdura, ma quanti di noi lo fanno realmente?
Io per prima devo ammettere che consumo le verdure solo se costretta.

Ma se si odiano le verdure, qual è il modo migliore per aiutarsi ad assumerle?
Per quanto mi riguarda credo di avere trovato la soluzione: devo camuffarle!
Infatti, se qualcuno mi mette davanti un piatto di spinaci bolliti non posso fare a meno di storcere naso e bocca, ma se mi si piazza davanti un bel risotto agli spinaci, il discorso cambia notevolmente.
Sto riuscendo ad attirare la vostra attenzione?
In pratica in questo blog inserirò solo ricette di piatti a base di verdure, o al limite ortaggi, che saranno rielaborati in modo da consentire anche a chi, come me, odia le verdure di poterle mangiare senza pensare di stare a fare un grosso sacrificio.
Chiamamole pure RICETTE FURBE!
Queste ricette potranno essere utilizzate per far mangiare ad es. le verdure anche ai bambini, i quali, normalmente, fuggono davanti a tutto ciò che è verde e si mangia.
Volete seguirmi in questa avventura?
Ah, se proprio non riuscite a mangiare la verdura, neanche come ve la presenterò nelle mie ricette, passate a dare un'occhiata all'altro blog che curo
Dolci idee e non solo, lì troverete tante altre ricette (non solo di verdure) dall'antipasto al dolce!

venerdì 28 dicembre 2012

P di peperone+ M di muffin = Muffin al peperone

Dopo circa 4 mesi di assenza, V di Verdura è tornato!
Vorrei ringraziare le bloggers e non che durante questo periodo di assenza si sono unite ai miei followers e anche chi mi ha spronato a non abbandonare questo blog, ritenendo utili le informazioni ivi contenute.

Tornando all'argomento principale di V di Verdura, oggi parliamo di: PEPERONI.
Andando su Wikipedia è possibile trovare ogni genere di informazione riguardante i peperoni: dalle loro origini alle diverse varietà oggi esistenti, dalle modalità di riproduzione ai diversi utilizzi in cucina e non.
Lo sapevate ad esempio che il peperone per la presenza di due proteine allergizzanti: (Cap 1; Cap 2), può essere causa di allergia alimentare anche grave?
Oppure, volete un consiglio per ottenere dei peperoncini molto piccanti (e già, i peperoncini appartengono alla famiglia dei peperoni!)?
Per aumentare il gusto piccante dei frutti, basta diminuire le innaffiature, anche azzerandole, nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti a non far morire la pianta.
Un'altra tecnica è quella di annaffiare solamente quando le foglie si sono abbassate, un chiaro indice di scarsità d'acqua.
L'aspetto più interessante per noi donne che combattiamo costantentemente con l'ago della bilancia è che i peperoni contengono solo 22Kcal ogni 100g di prodotto edibile.


Ingredienti per 6 muffin al peperone grandi o 9 medi:
2 patate di media grandezza tagliati a dadini
1 peperone rosso a dadini
1/4 di cipolla rossa di Tropea (ma se piace si può mettere anche una cipolla intera)
uno spicchio d'aglio
5 uova
80gr di grana padano grattugiato
olio evo
4 foglie di salvia
sale e pepe q.b.

Procedimento:
Versare in una padella antiaderente 4 cucchiai di olio e cuocervi dentro fino a farle stufare (ovvero per 20 minuti circa): le patate, i peperoni, la cipolla, la salvia e l'aglio. Aggiustare di sale e pepe. Quando le verdure sono arrivate a cottura, sbattere in una casseruolina 5 uova intere con il grana, sale e pepe (poco di entrambi però) ed unirvi le verdure stufate (ricordarsi di togliere l'aglio!). Versare il composto in stampini per muffin unti di olio e informare per 10 minuti circa a 200°.
Ecco il risultato:


Parliamo di calorie:
1 uovo di gallina di medie dimensioni contiene circa 80Kcal e in questa ricetta ne abbiamo usate 5, per un totale di 400Kcal circa.
100g di patata corrispondono a 83kcal, due patate medie dovrebbero pesare circa 300g, per un totale di 249 kcal circa.
Il peperone è sicuramente l'alimento più dietetico di questa ricetta perchè esso contiene 22kcal ogni 100g e un peperone di circa 200g conterrà più o meno 44 kcal.
Sulla cipolla, lo spicchio d'aglio, salvia, sale e pepe sorvolerei perchè hanno un apporto calorico davvero irrisorio, ma state attenti a non eccedere con il sale...  ristagna i liquidi, fa aumentare la pressione sanguigna e detto in parole povere: FA MALE!!!
Non sorvolerei, invece, sul grana padano, che apporta 374Kcal ogni 100g, quindi, per 80g di prodotto avremo circa 299Kcal (vogliamo arrotondare a 300?)
4 cucchiai di olio evo... qui il calcolo è davvero difficile perchè non tutti i cucchiai sono uguali e non tutti lo riempiamo allo stesso modo. Partendo però dal presupposto che 100g di olio corrispondono a 900Kcal, possiamo ipotizzare che 4 cucchiai di olio evo possano corrispondere a circa 30g e, conseguentemente, a 270kcal.
Abbiamo un totale di 1263kcal che divisi per 6 muffin grandi o 9 medi ci danno come risultato 210Kcal per ciascun muffin grande e 140kcal per ciascun muffin medio.
In pratica, l'unico ingrediente dietetico di questa ricetta sono propri i peperoni.

Morale della favola: se avete voglia di mangiare questi muffin (che sono davvero squisiti), limitatevi a mangiarne solo 1 e non lasciatevi ingannare dalle ricette che vedono verdure e ortaggi come protagoniste, perchè anche queste ricette possono mettere a rischio la vostra linea.

lunedì 6 agosto 2012

Terrina di carciofi

Lo so, siamo fuori stagione per i carciofi, ma ci si può sempre annotare questa ricettina per il prossimo freddo inverno.
Dei carciofi ho parlato abbondantemente qui e qui, ora passiamo alla ricetta, che è semplice e gustosa.
Ingredienti:
4 carciofi
3 uova
1 stracciatella pugliese di 200gr
90gr di parmigiano
pomodori pelati o passata di pomodoro 200gr o 200ml
1 spicchio d'aglio
basilico
olio evo
sale e pepe (facoltativo) q.b.
farina q.b.

Procedimento:
pulire i carciofi lasciandoci vicino una piccola parte di gambo (quella più tenera). Recidere quindi il gambo e tagliare i carciofi in fettini sottili (3/4mm), le fettine più irregolari, o che si frantumano, metterle in un mixer con i gambi, la stracciatella sfilacciata, il parmigiano e un uovo e frullare il tutto fino a ridurre ad una poltiglia omogenea a cui, infine, bisognerà aggiungere un pizzico di pepe (facoltativo). Nel frattempo far riposare in una scodella d'acqua le fettine regolari. Dopo qualche minuto riprendere queste ultime, asciugarle ed infarinarle, quindi passarle nelle uova sbattute (le due rimanenti previste in ricetta) e friggerle in abbondante olio bollente. In un'altra casseruola preparare il sugo che verrà utilizzato per condire i carciofi. Versare l'olio nella casseruola e far imbiondire lo spicchio d'aglio, dopodichè aggiungere la passata di pomodoro (o i pelati), il basilico, il sale e far cuocere il tutto per 15/20 minuti.
Quando il sugo è pronto procedere con la preparazione della terrina.
Ungere con un pò di olio una pirofila, o una teglia, e versarci sopra un pò di crema di stracciatella e carciofi, dopodichè coprire con i carciofi fritti (e solo leggermente salati) e con il sugo. Continuare con la crema, i carciofi e il sugo fino ad esaurimento degli ingredienti (io ho fatto quattro strati). Infornare in forno ben caldo a 180° per 15/20 minuti. Dopo aver spento il forno e sfornato la terrina, aspettare che si intiepidisca un pò prima di servirla, per consentire alla stracciatella ed al parmigiano di rassettarsi.
Buon appetito!

lunedì 30 luglio 2012

Melanzane ripiene

E' da molto tempo che non posto nulla su V di Verdura e non è accettabile, visto che ci troviamo in una stagione in cui proprio le verdure, insieme alla frutta, ci danno il massimo.
Questo è il periodo migliore per mangiare degli ottimi peperoni (rossi, gialli e verdi), delle succulente melanzane (prive di quei fastidiosi semi che ci fanno capire che sono di serra), zucchine e fiori di zucchina e chi più ne ha più ne metta.
Oggi vorrei parlare delle melanzane.
La pianta della melanzana, nome scientifico Solanum Melongena, appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed è originaria dell'India dove cresceva spontanea già più di 4.000 anni fa. In Italia la melanzana cominciò a diffondersi intorno al 400 d.C. ad opera degli arabi. Ad oggi l'Italia rappresenta uno dei maggiori paesi europei esportatore di tale ortaggio.

La melanzana è un ortaggio tipicamente estivo, infatti, al di sotto dei 12°, la pianta smette di crescere; è un ortaggio che non può essere consumato crudo, in quanto, oltre ad avere un gusto non proprio gradevole, contiene una sostanza tossica il cui nome è solanina.
Molte sono le varietà esistenti di questo ortaggio, che, oltre al colore si differenziano per la forma, ovale, tonda e bislunga.
La melanzana è composta per il 92% da acqua, per il 3% da fibre alimentari, 1% proteine, carboidrati, ceneri e zuccheri.
Tra i minerali spicca in assoluto il potassio, seguito da fosforo e magnesio; in percentuale minore troviamo lo zinco, il ferro, il rame, il calcio il sodio e, in quantità bassissima, il selenio.

Sul versante delle vitamine annoveriamo: vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B ( B1, B2, B3, B5, B6 ), vitamina C, vitamina K, vitamina J e in quantità molto ridotta la vitamina E o Alpha-tocoferolo.
Molto lunga la lista degli aminoacidi presenti nella melanzana tra cui elenchiamo i principali: acido aspartico, acido glutammico, leucina, valina, alanina, arginina, lisina e prolina
 
Grazie al suo alto contenuto di acqua, la melanzana è considerata innanzitutto depurativa dell'organismo, ed è quindi consigliata nei casi di gotta, arteriosclerosi e problemi di infiammazione alle vie urinarie; la buona presenza di potassio e di altri minerali le conferisce poi proprietà rimineralizzanti e ricostituenti.

Le melanzane contengono inoltre alcune sostanze amare, presenti anche nelle foglie dei carciofi, che contribuiscono a stimolare la produzione di bile ed anche ad abbassare il tasso di colesterolo "cattivo" nel sangue. Essendo un ortaggio molto povero di calorie e ricco di fibre, la melanzana è spesso inserita nelle diete dimagranti (infatti per ogni 100 gr. di parte edibile abbiamo una resa di sole 18 calorie).

La melanzana ha anche proprietà lassative, anche se non molto marcate, ed è quindi utile in casi di stitichezza.

Una cosa di cui dobbiamo tener conto, se vogliamo "approfittare" delle proprietà e dei benefici della melanzana, è quella di non eccedere con i condimenti, in particola modo l'olio, in quanto la melanzana ha tra le sue caratteristiche quella di assorbire in modo particolare i grassi.

La melanzana non contiene glutine e può quindi essere consumata dalle persone interessate dal morbo celiaco.
  
Fra le varietà di melanzane più conosciute e consumate in Italia citiamo:
la violetta di Firenze, una melanzana con forma rotondeggiante, la violetta di Napoli, con una forma più allungata e dal sapore più "deciso", la Larga Morada, dal colore più chiaro con strisce violacee e con un gusto molto delicato, la gigante di New York, viola ed enorme ed infine la violetta lunga palermitana dal colore viola scuro e dalla forma allungata.

Solitamente le melanzane si distinguono per la forma che oltre ad essere rotonda può avere forma allungata ed ovale. (Informazioni reperite dal sito www.mr-loto.it al seguente indirizzo: http://www.mr-loto.it/melanzana.html).
La ricetta che propongo oggi non è proprio nello stile di V di Verdura, in genere cerco di proporre delle ricette che abbiano come protagoniste le verdure e che non siano bombe caloriche.
Questa ricetta tutto è tranne che leggera!


Ingredienti:
4 melanzane tonde non troppo grandi.
1 salsiccia di maiale
50g di mortadella
1 mozzarella fiordilatte
1 simmenthal (facoltativo)
cipolla, sale, pepe q.b.
1 o 2 uova
passata di pomodoro q.b.
una manciata di capperi dissalati
olio evo q.b.
parmigiano reggiano q.b.
basilico fresco


Preparazione:
lavare le melanzante, privarle della punta e tagliarle a metà nel verso lungo, svuotarle della polpa e ridurre la stessa a dadini. Soffriggere i dadini di polpa di melanzane in una padella antiaderente e a fine cottura salare e pepare. Sgranare e cuocere la salsiccia in un'altra padella. A cottura ultimata, unire la polpa cotta di melanzana, la mozzarella e la mortadella tritati al coltello e 1 o 2 uova, un pizzico di pepe e amalgamare il tutto. Io qualche volta ci metto anche una simmenthal, perchè mi piace il sapore che dona, ma è un ingrediente del tutto facoltativo.
Intanto, soffriggere da ambo i lati il guscio di melanzana e metterlo poi a scolare su carta assorbente.
Preparare un sughetto leggero con olio, cipolla, un pizzichino di sale, passata di pomodo, capperi e basilico, che dovrà cuocere 15/20 minuti.
A questo punto si potrà assemblare la teglia che andrà in forno. Riempire i gusci di melanzana con il composto a base di salsiccia, polpa di melanzana, mortadella (ecc.) e disporre nella teglia. Quando la teglia sarà piena, o i gusci di melanzane da riempire saranno terminati, coprire il tutto con il sugo, cospargere parmigiano reggiano a piacere e infornare a 180° per 25 minuti circa. Prima di servirle, queste melanzane ripiene vanno fatte riposare un pò fuori dal forno una quindicina di minuti.
Il piatto è ottimo, ma per niente dietetico.

lunedì 21 maggio 2012

Risotto alle mazzancolle, peperoni e zucchine

(Informazioni tratte da Wikipedia e dalla rete)
Capsicum L. è un genere di piante della famiglia Solanaceae, originario delle Americhe e attualmente coltivato in tutto il mondo.
Oltre al noto peperone, il genere comprende varie specie di peperoncini piccanti, ornamentali e dolci.
Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriva da "capsa", che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto (una bacca) che ricorda proprio una scatola con dentro i semi.
Altri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia.
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che già nel 5500 a.C. era conosciuto in Messico, presente in quelle zone come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata dagli indiani del Perù e del Messico.
In Europa il peperoncino giunse grazie a Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493.
Il frutto venne chiamato peperone a causa della somiglianza nel gusto (sebbene non nell'aspetto), con il pepe, Piper in latino. Il nome con il quale era chiamato nel nuovo mondo in lingua Nahuatl era chilli o xilli, e tale è rimasto sostanzialmente nello spagnolo del Messico e dell'America Centrale (chile) e nella lingua inglese(chili)
Il Capsicum annuum è un arbusto perenne a vita breve che, in condizioni di clima sfavorevole, viene coltivato come annuale. Le piante si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm (a seconda della specie) con foglie di colore verde chiaro. I fiori hanno la corolla bianca avente da 5 a 7 petali con stami giallo tenue. Le altre specie hanno portamenti diversi. 
Tutte le specie possono essere coltivate anche in un balcone, seminando verso febbraio al centro sud e marzo al nord, mentre i frutti si possono raccogliere in estate e in autunno. Questi andrebbero usati subito dopo la raccolta affinché non perdano le loro proprietà, ma si possono conservare anche sott'olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole), oppure congelandoli.
La semina avviene in febbraio-marzo, a seconda del clima, possibilmente in ambiente riscaldato a temperatura di circa 25-30 °C, con composta da semi, ½ torba e ½ sabbia. Alcune varietà, soprattutto i C. chinense e il chiltepin, hanno lunghi tempi di germinazione. Questi possono essere ridotti con una corretta concimazione, e una temperatura della composta di 30-35 °C di giorno, e circa 20 °C di notte. Allo spuntare della seconda coppia di vere foglie, si ripicchettano le piantine in contenitori singoli, per poi mettere a dimora dopo le ultime gelate, e comunque quando la temperatura notturna non scende sotto i 15 ° C (aprile - maggio).
Il terreno dev'essere sciolto, acido, ben drenato con una buona componente sabbiosa, non troppo fertilizzato: un uso eccessivo di nitrati porterebbe a bellissime piante fogliose, con pochissimi o nessun fiore, e quindi frutti.
Al contrario di quanto si pensa, il peperoncino ha bisogno di molta acqua durante la coltivazione, senza però creare ristagni. Per aumentare il gusto piccante dei frutti, basta diminuire le innaffiature, anche azzerandole, nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti a non far morire la pianta. Un'altra tecnica è quella di annaffiare solamente quando le foglie si sono abbassate, un chiaro indice di scarsità d'acqua.
Per favorire la maturazione dei frutti, si può aumentare il tenore di potassio del terreno, ad esempio con del solfato di potassio.
C. chinense richiede molto calcio, che può essere aggiunto tramite farina d'ossa o equivalente. Quando la pianta ferma la crescita e le nuove foglie avvizziscono, è un indizio della carenza di calcio.
Essendo perenni a vita breve, possono essere fatte svernare in casa, in una posizione calda e assolata. Devono essere portate all'interno o in serra quando la temperatura di notte scende sotto i 10 °C (le tropicali, sotto i 15 °C), mentre di giorno possono essere portate fuori se la temperatura si mantiene sopra i 15-20 °C. D'inverno le piante possono perdere le foglie, e necessitano una potatura per lo meno dei rami secchi in marzo.

Vi riporto ora i valori nutrizionali di 100g di peperoni crudi.

ENERGIA (calorie)                           22 Kcal ovvero 92 Kjoule
Parte edibile                                           82%
acqua                                                   92,3g
carboidrati                                             4,2 g
grassi                                                      0,3g
proteine                                                  0,9g
fibre                                                        1,9g
Passiamo ora a questa ricetta ricca e gustosissima che può essere mangiata anche da chi è a dieta perchè, a parte un pò di olio e di burro, non ci sono grassi che possano danneggiare alla linea.
Ancora una volta però devo ammettere di aver litigato con la macchina fotografica, come vedete mi sono venute fuori solo foto appannate, da cosa? Boh!!!

Ingredienti:
320gr di riso per risotti
400gr di mazzancolle
1 peperone rosse e 1 peperone giallo
2 zucchine
olio evo q.b.
una noce di burro
1 bustina di zafferano

Procedimento:
pulire le mazzancolle, serbando i gusci e le teste che saranno usati per preparare il brodo per il risotto.
In una pentola capiente mettere: mezza cipolla, 1 carota tagliata a tocchetti, un gambo di sedano, 3 pomodorini tagliati a metà, un ciuffo di prezzemolo, il contenuto di una bustina di zafferano, sale e gli scarti delle mazzancolle (gusci e teste), coprire a filo con acqua e cuocere una mezzoretta circa.
Intanto che il brodetto cuoce, sciacquare ed asciugare i peperoni e metterli in forno per mezz'ora a 180° (dopo sarà facilissimo spellarli!). Trascorsi trenta minuti spegnere il forno, tirare fuori i peperoni e coprirli con l'alluminio e lasciarli così per una decina di minuti, dopodichè tirarli fuori e spellarli, togliere la parte bianca interna e i semi ed infinie tagliarli a listarelle.
Versare 20gr circa di olio in una padella e cuocere i peperoni e le zucchine tagliate a rondelle sottili. Dopo qualche minuto (5/7  circa), aggiungere prezzemolo, sale, pepe e le mazzancolle, far cuocere solo per 2/3 minuti, dopodichè spegnere il fuoco.
In una casseruola, sciogliere una noce di burro e versarci dentro il riso. Lasciare tostare per un paio di minuti, sfumare con il vino bianco ed una volta evaporato, bagnare con il brodo di gusci di mazzancolle (precedentemente filtrato). 2/3 minuti prima di spegnere il fuoco, aggiungere il sughetto di peperoni  ed ultimare, così. la cottura delle mazzancolle.
Non c'è bisogno di mantecare con altro burro. Malgrado le foto, vi assicuro che questo risotto è buonissimo!

La foto è pessima lo so, ma non riesco a fare di meglio purtroppo!

giovedì 3 maggio 2012

Risotto asparagi e gamberetti

In questo post ho pensato di raccogliere alcune informazioni utili in merito alle verdure che più di altre arricchiscono la nostra tavola.
Alcune di esse sono di stagione proprio in questo periodo, quindi, queste informazioni potrebbero anche tornare utili, a breve, a qualcuno.

Zucchine: le migliori sono piccole, a buccia lucida e con la polpa ben soda. Se si acquistano con i fiori, controllare che abbiano i petali perfetti, senza macchie scure. Non lavarli, ma pulirli delicateametne con un panno umido per non sciuparli. Sono ottime anche le zucchine tonde, perfette per essere farcite.

Taccole: chiamate anche "piselli mangiatutto" perchjè si consumano con l'intero baccello, in cucina prediligono le preparazioni semplici e le cotture veloci che mantengono intatte le proprietà nutritive.

Piselli: i più dolci e teneri sono quelli  precoci, mentre i più grossi e farinosi si prestano a cotture più lunghe come minestre e creme. Sul mercato si trovano di diverso calibro: finissimi, fini, medi e grossi.

Fave: se sono freschissime e giovani, si possono mangiare crude, condite semplicemente con olio extravergine d'oliva, limone e pecorino fresco. Le migliori sono le Precoci d'Aquitania.

Carote: ricche di sostanze utili al nostro organismo, in primavera sono piccole, molto tenere e spesso si trovano con il loro caratteristico ciuffo verde.

Asparagi: le primizie arrivano già ad aprile, ma la stagione dura fino a giugno. Bianchi, verdi o violetti, hanno tutti un sapore delicato e caratteristico. Per lessarli senza rovinare le punte, privare i gambi della parte legnosa, legarli a mazzetti e immergerli nell'acqua, verticali, lasciando fuori le punte delicatissime.

Cipollotti: Sono le cipolle raccolte prima di giungere a maturazione e hanno un sapore delicato. I cipollotti bianchi dal gusto più spiccato, si adattano alla cottura, quelli rossi e dolci sono buoni anche crudi. Per prepararli, scartare la parte verde dura, tenendo quella tenera vicina al bulbo, ed eliminare le radici.

Carciofi: con le spine e ricchi di sapore come quelli liguri e sardi. Oppure senza spine, come il Romanesco o Mammola da aprire a fiore e friggere. Quando si puliscono, metterli man mano in acqua e succo di limone per evitare che anneriscano.

Ingredienti per 4 persone:
320 gr di riso
1 fascio di asparagi selvatici o coltivati
200gr di gamberetti (vanno bene anche quelli surgelati)
1/2 cipolla
brodo q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco secco
burro q.b.
sale e pepe
parmigiano (facoltativo)

Procedimento:
Mettere un pentolino sul fuoco con dell'acqua, aggiungere un pò di sale e lessare i gamberetti per qualche minuto, dopodichè recuperare i gamberetti e metterli da parte. Nella stessa acqua lessare gli asparagi  per qualche minuto, filtrare e mettere da parte sia gli asparagi che la loro acqua di cottura. Frullare i gambi degli asparagi e 1/3 dei gamberetti con 2/3 cucchiai della loro acqua di cottura. La restante acqua di cottura va versata nel brodo e portata ad ebollizione. In un altra pentola mettere il burro (20/30gr) e soffriggere la cipolla, aggiungere il riso e quando è ben tostato aggiungere il vino bianco e lasciar evaporare. A questo punto aggiungere i gamberetti e gli asparagi frullati e del brodo caldo e mescolare. Man mano che il brodo si asciuga aggiungerne dell'altro e mescolare. Qualche minuto prima di spegnere il fuoco aggiungere gli asparagi e i gamberetti lessati ed aggiustare di sale e pepe. A cottura ultimata spegnere il fuoco e mantecare con un pò di burro. Se lo si gradisce si può aggiungere del parmigiano, ma secondo me il risotto va mangiato senza.

venerdì 13 aprile 2012

Frittatina di zucchine

Delle zucchine e delle loro proprietà nutrizionali ho già parlato in questo post.
Questa ricetta è di semplicissima realizzazione e consente di sfruttare appieno le caratteristiche nutrizionali della zucchina. Lavare 4 zucchine, asciugarle, tagliarne le estremità e poi a metà per lungo, quindi, levare la polpa centrale con i semini.
A questo punto tagliare a rondelle le zucchine e soffriggerle in padella con un pò di olio, salare e pepare.
Quando le zucchine si sono ben dorate, sbattere in una ciotola 3 uova e una manciata di parmigiano, aggiungere le zucchine ancora calde e poi versare il tutto in una padella antiaderente con un pò d'olio al suo interno. A metà cottura girare la frittata e a cottura ultimata metterla in un piatto di portata.

venerdì 23 marzo 2012

Risotto con la verza

In rete si trovano molte informazioni utili su tutti i tipi di verdura.
Se cercherete informazioni sul cavolo verza, quello che troverete è quanto vi riporto di seguito.

Tutte le varietà di cavolo derivano da una specie selvatica originaria delle regioni costiere del Mediterraneo e dell'Atlantico.
Coltivato in varie zone d'Italia, il cavolo verza è prodotto soprattutto nelle regioni centro-settentrionali ed è un ortaggio molto conosciuto per le sue mille virtù.
Apprezato fin dall'antichità, il cavolo (Brassica oleracea) era considerato sacro dai Greci, mentre i Romani lo utilizzavano per curare svariate malattie, mangiandolo prevalentemente crudo, prima dei banchetti per aiutare l'organismo ad assorbire meglio l'alcool.
Il cavolo verza, detto anche verzotto o cavolo di Milano, ha foglie grinzose e bollose a cespo di colore verde intenso: quelle più esterne si ripiegano verso fuori, quelle interne invece formano una sfera più o meno compatta.
Le varietà di cavolo verza possono essere a raccolta estiva, come il Precocissimo d’Asti, con testa più piccola e di forma ovoidale, o a maturazione autunnale-invernale, quale il Tardivo di Milano o Testa di ferro, con cespi più grossi e appiattiti. La forma può essere sferica o subsferica, appiattita o conica. Tra le varietà più famose annoveriamo il Violaceo di Verona (tardivo) di colore verde-violaceo, il cavolo verza di Vetus (tardivo) di colore verde chiaro, il S. Martino d’Asti (tardivo) verde, il Monarch, verde scuro.  Accanto a ibridi come Eco, Prince, Hamasa, Wirosa, Icequeen e Perfection Drum, esistono ancora numerose varietà locali, quali Pasqualino, S. Giovanni e Agostano di Asti, S. Martino di Asti, Marcellino, Tardivo di Verona e Cavolo di Milano. Il cavolo di Montalto Dora, in provincia di Torino, è una varietà locale di cavolo verza a foglie ricciute, formanti delle teste subrotonde e resistenti ma, tuttavia, tenere e dotate di un sapore gradevole che li fa preferire ai cavoli di altre provenienze; da non dimenticare il Cavolo verza di Settimo Torinese.
Generalmente tutte le varietà di cavolo devono essere ben pesanti e a foglie serrate. Anche la verza che, normalmente ha le foglie esterne aperte, deve avere un cuore compatto e serrato. Il peso varia da 1 a 2 chili, il sapore è intenso e caratteristico, le foglie sono croccanti.
E’ simile nei contenuti al broccolo, tuttavia la quantità di vitamina E e di zolfo è maggiore; contiene anche un raro principio attivo che protegge le mucose digestive dalle lesioni.
E’ un alimento assai prezioso per via dei suoi principi nutritivi, ricco come è di potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico e vitamina C.
Contiene principi attivi anticancro, antibatterici, antinfiammatori, antiossidanti e antiscorbuto.
E’ depurativo, rimineralizzante e favorisce la rigenerazione dei tessuti.
Il succo della verza è utile in caso di acne, raffreddore, influenza, gastrite ulcera duodenale, disturbi urinari, invecchiamento e stitichezza (consumato crudo o anche cotto). Le foglie, schiacciate con un matterello o una bottiglia di vetro di modo che ne fuoriesca il succo, applicate in cataplasma hanno potere antinfiammatorio in caso di reumatismi e artrite (cataplasma caldo), scottature, ematomi e distorsioni.
Può risultare poco digeribile, soprattutto se cotto a lungo, perciò è meglio consumarlo poco cotto o crudo, tagliato sottilmente, avendo l’accortezza di masticarlo a lungo. Considerato che alcune sostaze che contiene rallentano la funzione della tiroide, va evitato in caso di ipotiroidismo. Si può preparare crudo, stufato e brasato, ed è ingrediente di minestre asciutte ma anche in brodo con pasta o riso, nonché di piatti tipici come la lombarda casoûela, gli involtini di verza e i pizzoccheri della Valtellina. D’inverno si trovano delle verze “gelate” avvolte dalla brina, che si conservano meno, ma sono più tenere da cuocere.
100 grammi di cavolo verza contengono 22 calorie. Essendo molto sazianti sono utili in una dieta ipocalorica. 1 kg di cavolo dà un apporto di 2,5 grammi di fosforo. Siccome non contiene glutine (dato fornito da AIC: Associazione italiana Celiachia), è adatto anche alla dieta dei celiaci.

I cavoli verza vanno tagliati a quarti, ma prima bisogna togliere loro le foglie esterne dure e danneggiate. Poi, si tagliano i cappucci a strisce più o meno grosse e si lavano in acqua corrente. Le verze si possono sfogliare, lavare, asciugare e conservare sia a foglie intere, sia tagliate a pezzi o a strisce. In ogni caso il torsolo interno ed esterno va eliminato, come le costole più grosse e dure interne ed esterne. Si conserva bene e a lungo in luogo fresco e areato, ma anche in frigorifero fino a una settimana. 
Passiamo ora alla ricetta del "Risotto con la verza" 
Ingredienti per 2 persone
una verza piccola o di medie dimensioni
120gr di riso
100gr di prosciutto cotto
parmigiano reggiano
1/2 bicchiere di vino bianco secco
brodo di dado
olio di oliva q.b.
burro q.b.
sle e pepe q.b.

Procedimento:
Mondare e lavare le foglie di verza e tagliarle a striscioline e sbollentarle per mezzo minuto (un minuto al massimo) nel brodo bollente, dopodichè scolarle e tenerle da parte.
In una casseruola, versare un pò di olio (20/30gr) e soffriggere la cipolla sminuzzata. Aggiungere il riso e farlo tostare brevemente, dopodichè sfumare con il vino bianco. Quando il vino sarà evaporato, unire la verza tenuta da parte e un mestolo di brodo caldo, mescolare e proseguire la cottura. Man mano che il brodo si asciuga unirne altro a mestolate fino a cottura ultimata del riso. Spegnere il fuoco, aggiungere il prosciutto cotto tagliato a cubettini e un pò di burro (10gr circa) per mantecare. Sempre a fuoco spento arricchire il risotto con abbondante parmigiano reggiano. Far riposare un paio di minuti e servire.
Buono buono buono!

lunedì 19 marzo 2012

Linguine carciofi e gamberetti

In quanti amano i carciofi? In molti no, e io sono una di questi ultimi, ma... ecco un modo efficace per far mangiare perfino a me i tanto odiati carciofi.
Ho già parlato delle proprietà dei carciofi in questo post.
Il risultato di questa unione (carciofi e gamberetti) è stato inaspettato anche per me.
Io mangio sempre molto volentieri i gamberetti (specie se accompagnati da una voluttuosa salsa cocktail), ma i carciofi restano per me un vero tabù.
Sperimentare fortunatamente aiuta e, devo dire che, mai mi sarei aspettata di mangiare un piatto che avesse tra gli ingredienti principali proprio i carciofi e che oltretutto tale piatto mi sarebbe piaciuto così tanto.
Siamo in marzo e ormai i carciofi stanno per terminare, quindi, andate a farne scorta dai vostri fruttivendoli di fiducia e preparate questa ricetta, vedrete che ne rimarrete catturati proprio come me!

N.B.: per avere a disposizione i carciofi anche dopo che la loro raccolta sarà terminata, si può mondarli, lavarli e congelarli, oppure conservare sott'olio o sott'aceto.

Ingredienti per 4 persone:
320gr di linguine
200gr di gamberetti (vanno bene anche quelli surgelati)
4 carciofi
una cipolla, una costa di sedano, una carota, uno spicchio d'aglio, una foglia di alloro
un limone
zenzero in polvere
un bicchiere di vino bianco secco
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.

PROCEDIMENTO:
Pulire la cipolla, il sedano e la carota e tagliarli a pezzi. Mettere in una casseruola le verdure tagliate, l'alloro. lo zenzero, mezzo bicchiere di vino e circa mezzo litro di acqua. Cuocere per 20/25 minuti.
Pulire i carciofi e ridurli a fettini sottili. Immergerli in una ciotola con acqua fredda acidulata con il succo del limone per evitare che anneriscano a contatto con l'aria.
Scolare i carciofi, asciugarli con un telo e farli saltare in un tegame a fuoco vivo con 4 cucchiai di olio e l'aglio sbucciato e tagliato a metà. Sfumarli con il vino rimasto e farlo evaporare, poi salare, pepare, bagnare con il brodetto, coprire e portare a cottura. Fuori dal fuoco profumare con la maggiorana tritata.
Rosolare i gamberetti per 3 minuti in un tegame con 4 cucchiai di olio e unire i carciofi con il fondo di cottura e fare insaporire per qualche istante.
Lessare le tagliatelle e tirarle via un minuto prima del tempo di cottura previsto (conservando un mestolo dell'acqua di cottura), versarle subito nel tegame con il condimento e farle saltare a fuoco vivo, bagnando con l'acqua tenuta da parte. Servire subito.
Sono davvero gustosissime!!!

venerdì 24 febbraio 2012

Risotto ai fiori di zucca

I fiori di zucca crescono sia dalle piante delle zucchine che da quelle delle zucche. Hanno una forma allungata con i petali di color verde alla base e giallo all’interno.
L’interno del fiore contiene un filamento giallo che va eliminato perchè è amaro.
Ci sono quelli maschili e quelli femminili. I primi hanno un peduncolo lungo e sottile, i secondi sono più piccoli e crescono sulla punta dei frutti, quelli più adatti ed utilizzati in cucina sono quelli maschili.
quando si acquistano è bene controllate che abbiano un colore vivo siano aperti, Inoltre bisogna stare attenti che i petali non siano arricciati. Petali e gambi devono essere integri e sodi.
I fiori maschili possono essere mantenuti freschi fino ad un massimo di un paio di giorni immergendone il gambo nell’acqua.
I fiori femminili invece vanno messi in frigorifero senza staccarli dall’ortaggio, si consiglia infatti di staccarli solo quando dovranno essere cucinati
I fiori di zucca contengono molta vitamina A, sono diuretici e rinfrescanti, sono molto digeribili (a patto ovviamente di cucinarli senza grassi).

Passiamo ora alla ricetta del "risotto ai fiori di zucca". A proposito l'ho detto che i fiori di zucca hanno soltanto 12 kcal ogni 100grammi? Interessante, vero?

Ingredienti:
riso per risotti q.b.
fiori di zucca q.b.
30gr di olio evo
sale e pepe q.b.
brodo  q.b.
burro 30gr
parmigiano grattugiato q.b.

Preparazione:
Gli ingredienti sono quasi tutti q.b. perchè molto dipende dai gusti e quindi magari c'è chi preferisce più riso e meno fiori di zucca o viceversa, pertanto variando la quantità di questi ingredienti in proporzione variano anche tutti gli altri. Ciò che non cambia e la modalità di preparazione della ricetta. Innanzitutto lavare bene i fiori di zucca e asciugarli (io tolgo anche i gambi e il picciolo giallo interno). Soffriggere i fiori nell'olio di oliva per qualche minuto e salare e pepare secondo i propri gusti. In un'altra pentola mettere 20gr di burro a far sciogliere sul fuoco, dopodichè aggiungere il riso per farlo tostare. A questo punto cominciare ad aggiungere il brodo con il mestolo (è preferibile aggiungerlo poco per volta man mano che si asciuga quello precedentemente inserito). A metà cottura mettere nella pentola i fiori di zucca soffritti e continuare a cuocere fino a che il riso è pronto. Quando il riso è pronto spegnere il fuoco e aggiungere 10gr di burro e poi parmigiano grattugiato a piacere (io ne metto davvero tanto!). Volendo si può mettere anche un pò di prezzemolo, ma io sinceramente per questa ricetta non lo uso. E' davvero un primo piatto gustosissimo che in questo periodo dell'anno non ci facciamo mai mancare a casa.

lunedì 13 febbraio 2012

Pasta con triglie e asparagi

I punti di forza di questo piatto sono essenzialmente due:
1) le vitamine, i minerali ed il basso apporto calorico degli asparagi;
2) le proteine delle triglie (19,35g) unite, anche in questo caso, ad un apporto calorico molto ridotto (117kcal).

In pratica, una porzione di questo piatto apporta circa... udite udite: 360kcal.
E chi si sognerebbe mai di poter mangiare un bel piatto di pasta con così poche calorie?


Ingredienti per 4 persone:
320gr di pasta tipo calamarata
6/8 trigliette (da circa 40/50gr ciascuna)
200gr di asparagi selvatici
20gr circa di olio evo
basilico q.b.
sale e pepe q.b.

Procedimento:
Lavare e tagliare a tocchetti gli asparagi. Cuocerli per qualche minuto in acqua bollente che li ricopra a filo. Pulire le trigliette, ricavare i filetti, tagliarli a tocchetti e rosolarli rapidamente (2 minuti circa) in qualche cucchiaio di olio evo, rigirandoli delicatamente con un cucchiaio di legno; insaporire con un pizzico di sale e un pò di pepe. Aggiungere gli asparagi alle trigliette insieme a un pò della loro acqua di cottura, farli scaldare e unire un pò di basilico spezzettato. Nel fratttempo, in una pentola, portare a ebollizione abbondante acqua salata e farvi cuocere la calamarata, scolarla al dente e versarla nella padella con le triglie, cuocere per un altro minuto ancora per far insaporire il tutto e infine impiattare.

mercoledì 8 febbraio 2012

Risotto alle zucchine

Le zucchine sono il frutto acerbo della pianta chiamata Cucurbita pepo. Era coltivata già qualche millennio a.C., nell'America meridionale, e venne importata in Europa solo dopo la scoperta dell'America.
I Romani consumavano una cucurbita che oggi viene chiamata Lagenaria vulgaris, simile alle zucchine, sostituita in seguito dalle zucche e dalle zucchine provenienti dalle americhe.
Mentre i frutti maturi della zucca non hanno mai trovato grande successo nella nostra cucina, le zucchine sono tra le verdure più amate e cucinate nella alimentazione mediterranea. Anche i fiori delle zucchine, detti fiori di zucca, che crescono sulla sommità del vegetale, sono molto apprezzati, nelle frittate oppure ripieni e fritti.
Le zucchine si trovano tutto l'anno in quanto vengono coltivate in serra, tuttavia si tratta di un prodotto stagionale, che matura all'inizio dell'estate e si raccoglie fino alla fine di Settembre. Le zucchine che maturano in questo periodo sono più ricche di acqua, sono più dolci e meno amare. Meglio consumarne in quantità in questo periodo e lasciar perdere il prodotto di serra durante i mesi in cui le zucchine sono fuori stagione.
Essendo le zucchine il frutto acerbo della pianta della zucca, esse sono povere di calorie di vitamine e sali minerali, rappresentano pertanto un'ottima scelta per preparare piatti poveri di grassi e calorie.
Le zucchine sono, inoltre, molto versatili e veloci da preparare e da cuocere, e grazie al loro gusto neutro possono essere abbinate praticamente a tutti i cibi.
Vediamo ora gli ingredienti per un bel risotto alle zucchine, così come si fa a casa mia.

Ingredienti:
3 zucchine (piccole)
160gr di riso per risotti
10gr di burro
parmigiano
brodo vegetale
olio evo q.b.
sale e pepe q.b.

Procedimento:
Per prima cosa ho tagliato in due le zucchine, ho tolto un pò di polpa centrale (questa operazione risulta ancora più semplice se le zucchine si tagliano in quattro) e poi ho tagliato ciascuna metà a rondelle.
Versare abbondante olio in una padella antiaderente, circa 30gr (le zucchine come le melanzane assorbono meno olio se nella padella ce olio in abbondanza) e soffriggere le zucchine per qualche minuto salandole e pepandole a piacere. Quando saranno cotte raccoglierle con un mestolo forato, così da non raccogliere anche l'olio e lasciarle riposare. Intanto preparare il risotto.
In una pentola dal fondo alto, mettere a tostare per un minuto circa il riso con un pò di olio evo (per i risotti con le verdure è preferibile la tostatura con olio piuttosto che con il burro), dopodichè cominciare a sfumare con il brodo vegetale. Aggiungere il brodo vegetale a mestolate man mano che si asciuga. Qualche minuto prima che il riso sia cotto a puntino, riprendere le zucchine e versarle nel riso. Dopo aver portato a cottura il risotto, mantecare con 10gr di burro e a fuoco spento aggiungere del parmigiano reggiano secondo i propri gusti.
Piatto gustosissimo!

martedì 7 febbraio 2012

Omelette asparagi e gamberetti

Per conoscere i valori nutrizionali e le caratteristiche salienti dell'asparago, vi esorto a guardare i seguenti post: Risotto agli asparagi e Crostini al salmone e asparagi, dopodichè non perdetevi questa fantastica ricetta di "Omelette asparagi e gamberetti"

Ingredienti per l'omelette:
3 uova
30gr di burro
3 cucchiai di latte
prezzemolo
sale e pepe

Ingredienti per il ripieno:
asparagi selvatici
300gr circa di gamberetti
1/2 bicchiere di vino bianco secco
cipolla o scalogno
olio extravergine di oliva

N.B.: io per questa omelette ho usato degli asparagi selvatici che mi sono stati regalati (erano fantastici). La caratteristica di questi asparagi è che sono sottilissimi e non vanno usate solo le punte, ma tutta la parte tenera dell'asparago che normalmente arriva a circa metà lunghezza dello stesso. Ovviamente gli asparagi selvatici possono essere sostituiti con quelli coltivati, dei quali si usano solo le punte, e che prima dell'utilizzo è il caso di sbollentare.

Preparazione:
Sgusciare i gamberetti ed eliminare il filamento scuro dell'intestino. Fare appassire la cipolla in una casseruola con 2/3 cucchiai di olio. Unire gli asparagi (o punte di asparagi) e lasciare insaporire per qualche minuto. Aggiungere i gamberetti, sfumare con il vino bianco e lasciare cuocere ancora per altri 2 3 minuti.
Per l'omelette, rompere le uova in una terrina e condirle con sale e pepe, aggiungere il latte ed il prezzemolo e mescolare il tutto con una forchetta o una frusta. Intanto far fondere in una padella antiaderente il burro. Quando la padella è ben calda versare al suo interno il composto ottenuto, continuando a mescolare  per qualche istante. Quando si sarà formata una leggera crosticina sul fondo (mentre al centro l'omelette sarà ancora morbida), aggiungere gli asparagi con i gamberetti e ripiegare su se stessa a mezza luna. E' un'operazione da fare con molta attenzione perchè l'omelette potrebbe rompersi. Far cuocere ancora per 1/2 minuti ancora, dopodichè l'omelette è pronta da servire

lunedì 6 febbraio 2012

Risotto agli asparagi

L’asparago (Asparagus officinalis) appartiene alla famiglia delle Liliacee, un’ampia famiglia che comprende circa 1.600 specie botaniche.
Tra queste compaiono diverse specie notoriamente curative e largamente impiegate in fitoterapia per il trattamento di diversi disturbi, quali l’aglio (Allium sativum), l'aloe (Aloe socotrina), la convallaria (Convallaria majalis) e il pungitopo (Ruscus aculeatus).
Tutti i fitocomplessi appartenenti a questa famiglia contengono una grande quantità di eterosidi solforati e oli essenziali (cioè zolfo), che a livello terapeutico si traducono in un’azione antinfiammatoria, cardiotonica, ipotensiva, espettorante, diuretica, antidiabetica e antiparassitaria.
Più in particolare l’asparago contiene anche saponine, polifenoli e elevate quantità di minerali, soprattutto potassio, che lo rendono particolarmente interessante nell’impiego contro i problemi di ritenzione idrica, in forza della sua eccellente azione diuretica.

Nella medicina popolare è stato tradizionalmente sfruttato come drenante renale, epatico e bronchiale, ma anche come antinfiammatorio della milza. Per questo motivo nell’ambito della medicina popolare era di largo utilizzo il famoso sciroppo diuretico alle cinque radici, molto usato fino ad alcuni anni fa, costituito da finocchio, rusco, prezzemolo, sedano selvatico e, appunto, asparago.
L’asparago inoltre apporta poche calorie, e non trova pertanto controindicazioni specifiche in caso di sovrappeso e obesità.

Ma i suoi pregi, pur numerosi, si scontrano con l’elevato apporto di acidi urici, che rischiano di aggravare, qualora siano già presenti, alcuni disturbi, quali la gotta, le cistiti, le prostatiti, le calcolosi renali, l’osteoartrite e altre malattie osteoarticolari.
Gli acidi urici, prodotti dalla decomposizione di alcune sostanze (nominate “purine” e presenti in molti alimenti quali fegato, rognone, cuore, aringa, sgombro e acciuga), possono indurre una acidificazione metabolica che, secondo alcuni autori, costituirebbe il terreno ideale per l’insorgenza di numerosi disturbi.
Allo scopo pertanto di evitare di incorrere in spiacevoli effetti collaterali (causati appunto dall’eccessivo accumulo di urati), sarà buona norma evitare di eccedere nel consumo di asparagi, e assicurarsi nel contempo una adeguata e variata alimentazione ricca in magnesio e vitamina C.

Un'ultima annotazione, infine, per gli intolleranti al nichel e soprattutto all’acido acetilsalicilico: gli asparagi apportano quantità relativamente basse di nichel, ma piuttosto significative di acido acetilsalicilico. Occorrerà tenerne conto in una eventuale dieta a rotazione qualora al Test di intolleranze alimentari si evidenziassero reattività a questi due gruppi. (Nozioni tratte dal web)

Passiamo ora alla ricetta del "risotto agli asparagi"
Ingredienti per 4 persone:
320gr di riso
1 fascio di asparagi selvatici o asparagi coltivati
parmigiano q.b.
1/2 cipolla
olio q.b.
burro q.b.
brodo
sale e pepe

Procedimento:
Per prima cosa mondare e spezzettare gli asparagi dopodichè soffriggerli in un pò di olio per qualche minuto, aggiungendo sale e pepe. A parte tostare il riso nel burro e aggiungere del brodo mescolare e aggiungere altro brodo man mano che si asciuga fino a cottura ultimata del riso. Qualche minuto prima di spegnere il fuoco aggiungere al risotto gli asparagi soffritti. A fine cottura, spegnere il fuoco, mantecare con un pò di burro e aggiungere parmigiano a piacere. Il risotto è pronto per essere servito.
Con questa ricetta partecipo al contest di Sapori di Elisa

domenica 5 febbraio 2012

Torta salata ai carciofi

Ecco un altro barbatrucco per mangiare un alimento verde (in questo caso i carciofi), che in condizioni normali non mangerei neanche sotto tortura.
Questa volta forse è meglio non riportare le tabelle nutrizionali di questa ricetta, perchè è abbastanza calorica, quindi l'unico motivo per cui vi esorto a provarla è per farvi mangiare, o per far mangiare a chi vi è vicino, i carciofi.
I carciofi contengono 45kcal per 100gr (100gr di carciofo edibile, non tutto il carciofo in sè), per lo più suddivise in acqua, carboidrati, proteine e fibre.
E' ricco di: calcio, potassio, zinco, selenio, sodio, ferro, rame, fosforo, magnesio e manganese.
Beh, cosa si può chiedere di più ad un alimento così piccolo? Ho anche questa risposta: le VITAMINE!
Infatti, è ricco di vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9, B12, C, D2, D3, E, K, H, J (in un altro post approfondiremo cosa significano tutte queste sigle associate alle vitamine contenute nella verdura).
Sono riuscita ad attirare la vostra attenzione su questa ricetta?
Allora partiamo e, mi raccomando, se volete realizzarla anche quando non è più la stagione dei carciofi, fatene una bella scorta e congelateli.

Ingredienti:
1rotolo di pasta sfoglia:
100 gr di prosciutto cotto:
1 confezione di panna da cucina;
10 carciofi:
provola dolce:
1 mozzarella;
parmigiano reggiano:
3 uova;
olio di oliva:
sale e pepe q.b..

PROCEDIMENTO:
Mondare i carciofi, lavarli, tagliarli a pezzi e cuocerli in una casseruola con acqua in ebollizione. Quando saranno al dente, scolarli e farli rosolare in un tegame con l'olio per qualche minuto, rigirandoli da ogni lato, aggiungere un pizzico di sale e di pepe, mescolare, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.
Nel frattempo tagliare la provola e la mozzarella a dadini, raccoglierli in una terrina e aggiungere i carciofi ormai freddi con la relativa salsa di cottura, mescolare bene e unire le uova leggermente sbattute. Completare con il parmigiano grattugiato e con la panna liquida e mescolare bene per amalgamare il tutto.
Ungere una teglia da forno del diametro di 32 cm con un filo d'olio e foderarla con la pasta sfoglia, riempirla con il composto a base di formaggi e carciofi. Scaldare il forno a 180° e mettervi a cuocere la preparazione per 40 minuti. Appena pronta, sfornare il tortino e servirlo ancora tiepido. Buon appetito!

sabato 4 febbraio 2012

Risotto agli spinaci

Gli spinaci (Spinacia oleracia L.) sono le foglie dell’omonima pianta della famiglia delle Chenopodiacee: di colore verde intenso, sono carnose, consistenti e croccanti, riunite a rosa, aventi radice a fittone; hanno forma e dimensioni molto diverse a seconda della varietà. Sono tra i vegetali più diffusi nel mondo, e sono famosi per il loro elevato contenuto di ferro, che in realtà è scarsamente assimilabile dal nostro organismo (solo il 5%); la loro origine è incerta; alcuni dicono che siano originari della Persia e che furono portati in Occidente dagli Arabi durante le loro invasioni.
Esistono diverse qualità di spinaci:
  • il “Gigante d’inverno” con foglie particolarmente ampie, carnose e crespe;
  • il “Matador”, che si coltiva in primavera;
  • il “Merlo nero” a foglia media e arricciata;
  • il “Riccio di Castelnuovo” che ha foglie spesse e rotonde.
  • il “Virofly” a foglie grosse di colore verde cupo;
In commercio gli spinaci si trovano freschi nei mercati (da pulire) o già lavati e confezionati nei banchi dei supermercati, in buste di plastica sigillate, oppure surgelati, in comodi cubetti monodose pronti per essere utilizzati.
Al momento dell'acquisto degli spinaci bisogna assicurarsi che: abbiano colore verde brillante e uniforme, senza parti ingiallite, scure o appassite. I gambi devono risultare forti e integri, senza fioriture e senza grosse quantità di terra.
Bisogna fare molta attenzione al lavaggio degli spinaci: si comincia col tagliare il picciolo alla base e lavarli in acqua fredda con molta cura finché tutte le impurità verranno eliminate, ma non bisogna lasciarli in ammollo in quanto perderebbero molti dei lori principi nutritivi; essendo la foglia dello spinacio crespa, la terra si insinua in profondità, per questo è opportuno sciacquarli più volte.
Per quanto riguarda la cottura degli spinaci, è meglio scegliere una breve cottura a vapore, per non perdere le virtù di questi ortaggi.
Un trucco per conservare la maggior quantità possibile di proprietà è utilizzare per la cottura l'acqua dell'ultimo lavaggio.
La conservazione degli spinaci freschi, avviene in frigorifero per massimo 2 o 3 giorni in un sacchetto di carta (quello marroncino che usano nei mercati o quello del pane).
Gli spinaci lessati e strizzati, si possono conservare in frigorifero in un contenitore ermetico per 1 o 2 giorni al massimo (anche se viene sconsigliata la conservazione dopo la cottura) oppure si possono congelare riponendoli in un sacchetto di plastica idoneo per la conservazione nel freezer.
In ogni caso, la migliore soluzione sarebbe quella di consumarli freschi, perché la conservazione fa perdere molte delle loro proprietà.
Gli spinaci sono un rimineralizzante di grande valore; hanno proprietà antianemiche, depurative e leggermente lassative, grazie alla cellulosa in essi contenuta. Contengono, inoltre, molta clorofilla, indispensabile per fissare calcio, fosforo e magnesio nella struttura ossea.. contengono però anche molto acido ossalico e per questo sono controindicati per i sofferenti di artrite.
Passiamo ora alla ricetta del giorno: Risotto agli spinaci.

Ingredienti per 4 persone:
300gr circa di spinaci
320gr di riso
parmigiano reggiano
burro q.b.
brodo caldo
sale

PROCEDIMENTO:
Il procedimento è molto semplice. Innanzi tutto, dopo aver mondato e lavato gli spinaci bisogna cuocerli senza averli scolati, in tal modo durante la cottura si formerà dell'acqua sul fondo della pentola che non farà nè attaccare nè bruciare gli spinaci durante la cottura. Aggiungere un pizzico di sale. 12/15 minuti di cottura bastano ed avanzano.
Nel frattempo mettere del burro  in una pentola, o risottiera (la quantità dipende dai gusti personali, io solitamente ne metto circa 20/25gr), e far tostare il riso per imprigionare l'amido. Appena il riso sarà tostato aggiungere un mestolo di brodo caldo e mescolare. Man mano che il brodo evapora aggiungerne dell'altro. A metà cottura del riso aggiungere gli spinaci e se necessario continuare ad aggiungere brodo caldo. Al termine della cottura il piatto risulterà omogeneo e gli spinaci saranno un tutt'uno con il riso. Spegnere il fuoco, aggiungere 10gr di burro per mantecare e sempre a fuoco spento aggiungere parmigiano reggiano a piacere (io di solito abbondo con il parmigiano perchè mi piace molto l'accostamento parmigiano - spinaci).

venerdì 3 febbraio 2012

Tagliatelle all'uovo con spinacini, ricotta e nocciole

Anche questa ricetta è tratta da uno dei miei manuali di cucina. Riporto la ricetta originale, dopodichè indicherò le mie modifiche.

Ingredienti per 6 persone (Kcal a porzione 390):
farina 00 150gr;
semola di grano duro 150gr;
uova 3;
spinacini 250gr;
ricotta di pecora 200gr;
scalogni 2;
parmigiano reggiano a scaglie 40gr;
olio extravergine di oliva 4 cucchiai;
farina per la lavorazione;
noce moscata;
granella di nocciole 4 cucchiai;
sale, pepe bianco e pepe nero

PROCEDIMENTO:
Il procedimento che ho utilizzato è quello indicato in ricetta, pertanto le mie modifiche riguardano piuttosto la quantità degli ingredienti utilizzati visto che in casa siamo solo in 3.

Ingredienti per 3 persone:
170gr di tagliatelle all'uovo
200gr di spinacini
20gr di scaglie di parmigiano
1/2 cipolla medio/grande (in alternativa allo scalogno)
30gr di olio extravergine di oliva
10gr di granella di nocciole

Innanzi tutto 170gr di tagliatelle all'uovo non devono sembrare pochi in quanto il terzo elemento della mia famiglia è composto da un bambino e poi questa è una pietanza che sazia davvero molto. E' una preparazione veloce, infatti, mentre l'acqua della pasta bolle sul fuoco, in una capiente padella antiaderente si può fare tutto il resto. Soffriggere lo scalogno, o la cipolla, nell'olio di oliva senza farlo colorire troppo, unire gli spinacini ben lavati e asciugati e proseguire la cottura per qualche minuto.
Cuocere le tagliatelle e scolarle al dente tenendo da parte un pò dell'acqua di cottura che sarà utilizzata in seguito. Mettere le tagliatelle in padella con gli spinaci e unire la ricotta, che sarà stata previamente lavorata a crema con un pò di acqua di cottura messa da parte, quindi saltarle per qualche istante aggiungendo la restante acqua di cottura. Non tenere molto sul fuoco se non si vuole un primo piatto molto asciutto. una volta spenti i fornelli aggiungere il parmigiano a scaglie, una grattatina di noce moscata se si gradisce (io non l'ho messa) e una macinata di pepe bianco e una di pepe nero (dovendo mangiare anche la bambina ho preferito non mettere nè l'uno nè l'altro). Decorare con la granella di nocciole e servire.

SUGGERIMENTI:
Utilizzando il parmigiano grattugiato anzichè a scaglie il sapore del piatto risulta più omogeneo.
La granella di nocciole da una croccantezza piacevole al piatto ma non ne modifica il sapore, per cui se non piacesse si può tranquillamettere omettere di usarla.
Per rendere più appetibile questo primo piatto ad un bambino si possono frullare con un minipimer gli spinacini cotti e la cipolla, così da ottenere una cremina di spinaci a cui andrebbe aggiunta la crema di ricotta e via discorrendo. Buon appetito!

Crostoni al salmone e asparagi

Prima ricettina a base di verdure, proprio adatta al mio V di Verdura.
Purtroppo la foto non c'è, ma non disperate appena li rifarò sarà mia premura mostrarvela.
Questa ricetta, dopo averla provata, mi è piaciuta talmente tanto che l'ho subito inserita nel mio quadernone delle ricette migliori. Non ricordo da quale manuale di cucina l'ho tratta, ricordo solo che mi sono leccata i baffi e con me anche la mia piccola, che all'epoca aveva solo due anni e mezzo.
A tal proposito, pensate un pò a tutti i principi nutritivi che i bambini assumerebbero mangiando questi crostoni: grassi sani (omega3) e antiossidanti contenuti nel salmone, carboidrati derivanti dai crostoni, vitamine A - B1 - B6 - C contenute negli asparagi (ricchi anche di acido folico, calcio,  magnesio e potassio). Da non sottovalutare anche il fatto che l'asparago possiede particolari proprietà diuretiche e depurative.
Volete mettere, infine, che tutto ciò lo trovate in sole 25Kcal l'etto?
Facciamo un calcolo veloce sulle calorie che potrebbe contenere ciascun crostone:
Ipotizzando che:
- ciascuna fetta di pane pesi all'incirca 70gr (100gr di pane casereccio contiene circa 270kcal) = 189
- 2 fettine di salmone affumicato 50gr (100gr di salmone affumicato contiene circa 180kcal) = 90
- 50 gr di asparagi (100gr di asparagi contengono circa 25kcal) = 13
- 1 cucchiaio di olio di oliva pari a circa 8gr = 72
Per un totale di 364Kcal!
Mangiando, quindi, uno di questi fantastici crostoni, avrete ingerito circa 364kcal e al tempo stesso avrete mangiato, vi ricordo, carboidrati, grassi sani, vitamine e sarete sazi avendo ingerito meno calorie rispetto ad un piatto di pasta asciutta.

Ingredienti:
8 fette di salmone affumicato
200gr di punte di asparagi
1 cucchiaio di succo di limone
4 cucchiai di olio di oliva
4 fette di pane casereccio
sale/pepe q.b.

PROCEDIMENTO:
Bollire gli asparagi, dopodichè condirli con olio, sale, pepe e limone (mi raccomando a non abbondare con il limone attenendosi al quantitativo previsto in ricetta) e frullare il tutto con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una bella cremina. Spalmare la cremina ottenuta sulle fette di pane che sarà stato precedentemente tostato in forno, quindi disporre su ognuna due fettine di salmone.

Se provate questa ricetta fatemelo sapere!

V di Verdura

Ho ritenuto opportuno dedicare il primo post di questo nuovo blog al nome del blog stesso, ovvero: V di Verdura.
Un nome sicuramente particolare per un blog, ma che farà già capire quale sarà l'argomento principale dei suoi post.
Questo non sarà un blog di cucina come gli altri, poichè sarà trattato in maniera quasi univoca l'argomento delle verdure.
Tutti sappiamo quanto sia importante assumere giornalmente almeno due porzioni di verdura, ma quanti di noi lo fanno realmente?
Io per prima devo ammettere che consumo le verdure solo se costretta. Ma se si odiano le verdure, qual è il modo migliore per aiutarsi ad assumerle?
Per quanto mi riguarda credo di avere trovato la soluzione: devo camuffarle!
Infatti, se qualcuno mi mette davanti un piatto di spinaci bolliti non posso fare a meno di storcere naso e bocca, ma se mi si piazza davanti un bel risotto agli spinaci, il discorso cambia notevolmente.
Sto riuscendo ad attirare la vostra attenzione?
In pratica in questo blog inserirò solo ricette di piatti a base di verdure, o al limite ortaggi, che saranno rielaborati in modo da consentire anche a chi, come me, odia le verdure di poterle mangiare senza pensare di stare a fare un grosso sacrificio.
Chiamamole pure RICETTE FURBE!
Queste ricette potranno essere utilizzate per far mangiare ad es. le verdure anche ai bambini, i quali, normalmente, fuggono davanti a tutto ciò che è verde e si mangia.
Volete seguirmi in questa avventura?
Ah, se proprio non riuscite a mangiare la verdura, neanche come ve la presenterò nelle mie ricette, passate dall'altro mio blog Dolci idee e non solo, lì troverete tante altre ricette (non solo di verdure) dall'antipasto al dolce!