Capsicum L. è un genere di piante della famiglia Solanaceae, originario delle Americhe e attualmente coltivato in tutto il mondo.
Oltre al noto peperone, il genere comprende varie specie di peperoncini piccanti, ornamentali e dolci.
Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriva da "capsa", che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto (una bacca) che ricorda proprio una scatola con dentro i semi.
Altri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia.
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che già nel 5500 a.C. era conosciuto in Messico, presente in quelle zone come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata dagli indiani del Perù e del Messico.
In Europa il peperoncino giunse grazie a Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493.
Il frutto venne chiamato peperone a causa della somiglianza nel gusto (sebbene non nell'aspetto), con il pepe, Piper in latino. Il nome con il quale era chiamato nel nuovo mondo in lingua Nahuatl era chilli o xilli, e tale è rimasto sostanzialmente nello spagnolo del Messico e dell'America Centrale (chile) e nella lingua inglese(chili)
Il Capsicum annuum è un arbusto perenne a vita breve che, in condizioni di clima sfavorevole, viene coltivato come annuale. Le piante si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm (a seconda della specie) con foglie di colore verde chiaro. I fiori hanno la corolla bianca avente da 5 a 7 petali con stami giallo tenue. Le altre specie hanno portamenti diversi.
Tutte le specie possono essere coltivate anche in un balcone, seminando verso febbraio al centro sud e marzo al nord, mentre i frutti si possono raccogliere in estate e in autunno. Questi andrebbero usati subito dopo la raccolta affinché non perdano le loro proprietà, ma si possono conservare anche sott'olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole), oppure congelandoli.
La semina avviene in febbraio-marzo, a seconda del clima, possibilmente in ambiente riscaldato a temperatura di circa 25-30 °C, con composta da semi, ½ torba e ½ sabbia. Alcune varietà, soprattutto i C. chinense e il chiltepin, hanno lunghi tempi di germinazione. Questi possono essere ridotti con una corretta concimazione, e una temperatura della composta di 30-35 °C di giorno, e circa 20 °C di notte. Allo spuntare della seconda coppia di vere foglie, si ripicchettano le piantine in contenitori singoli, per poi mettere a dimora dopo le ultime gelate, e comunque quando la temperatura notturna non scende sotto i 15 ° C (aprile - maggio).
Il terreno dev'essere sciolto, acido, ben drenato con una buona componente sabbiosa, non troppo fertilizzato: un uso eccessivo di nitrati porterebbe a bellissime piante fogliose, con pochissimi o nessun fiore, e quindi frutti.
Al contrario di quanto si pensa, il peperoncino ha bisogno di molta acqua durante la coltivazione, senza però creare ristagni. Per aumentare il gusto piccante dei frutti, basta diminuire le innaffiature, anche azzerandole, nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti a non far morire la pianta. Un'altra tecnica è quella di annaffiare solamente quando le foglie si sono abbassate, un chiaro indice di scarsità d'acqua.Per favorire la maturazione dei frutti, si può aumentare il tenore di potassio del terreno, ad esempio con del solfato di potassio.
C. chinense richiede molto calcio, che può essere aggiunto tramite farina d'ossa o equivalente. Quando la pianta ferma la crescita e le nuove foglie avvizziscono, è un indizio della carenza di calcio.
Essendo perenni a vita breve, possono essere fatte svernare in casa, in una posizione calda e assolata. Devono essere portate all'interno o in serra quando la temperatura di notte scende sotto i 10 °C (le tropicali, sotto i 15 °C), mentre di giorno possono essere portate fuori se la temperatura si mantiene sopra i 15-20 °C. D'inverno le piante possono perdere le foglie, e necessitano una potatura per lo meno dei rami secchi in marzo.
Vi riporto ora i valori nutrizionali di 100g di peperoni crudi.
ENERGIA (calorie) 22 Kcal ovvero 92 Kjoule
Parte edibile 82%
acqua 92,3g
carboidrati 4,2 g
grassi 0,3g
proteine 0,9g
fibre 1,9g
Ancora una volta però devo ammettere di aver litigato con la macchina fotografica, come vedete mi sono venute fuori solo foto appannate, da cosa? Boh!!!
320gr di riso per risotti
400gr di mazzancolle1 peperone rosse e 1 peperone giallo
2 zucchineolio evo q.b.
una noce di burro
1 bustina di zafferano
Procedimento:
pulire le mazzancolle, serbando i gusci e le teste che saranno usati per preparare il brodo per il risotto.
In una pentola capiente mettere: mezza cipolla, 1 carota tagliata a tocchetti, un gambo di sedano, 3 pomodorini tagliati a metà, un ciuffo di prezzemolo, il contenuto di una bustina di zafferano, sale e gli scarti delle mazzancolle (gusci e teste), coprire a filo con acqua e cuocere una mezzoretta circa.
Intanto che il brodetto cuoce, sciacquare ed asciugare i peperoni e metterli in forno per mezz'ora a 180° (dopo sarà facilissimo spellarli!). Trascorsi trenta minuti spegnere il forno, tirare fuori i peperoni e coprirli con l'alluminio e lasciarli così per una decina di minuti, dopodichè tirarli fuori e spellarli, togliere la parte bianca interna e i semi ed infinie tagliarli a listarelle.
Versare 20gr circa di olio in una padella e cuocere i peperoni e le zucchine tagliate a rondelle sottili. Dopo qualche minuto (5/7 circa), aggiungere prezzemolo, sale, pepe e le mazzancolle, far cuocere solo per 2/3 minuti, dopodichè spegnere il fuoco.
In una casseruola, sciogliere una noce di burro e versarci dentro il riso. Lasciare tostare per un paio di minuti, sfumare con il vino bianco ed una volta evaporato, bagnare con il brodo di gusci di mazzancolle (precedentemente filtrato). 2/3 minuti prima di spegnere il fuoco, aggiungere il sughetto di peperoni ed ultimare, così. la cottura delle mazzancolle.