Benvenuti a ... V di Verdura!
Un nome sicuramente particolare per un blog, ma che farà già capire quale sarà l'argomento principale dei suoi post.
Questo non sarà un blog di cucina come gli altri, poichè sarà trattato in maniera quasi univoca l'argomento delle verdure.
Tutti sappiamo quanto sia importante assumere giornalmente almeno due porzioni di verdura, ma quanti di noi lo fanno realmente?
Io per prima devo ammettere che consumo le verdure solo se costretta.

Ma se si odiano le verdure, qual è il modo migliore per aiutarsi ad assumerle?
Per quanto mi riguarda credo di avere trovato la soluzione: devo camuffarle!
Infatti, se qualcuno mi mette davanti un piatto di spinaci bolliti non posso fare a meno di storcere naso e bocca, ma se mi si piazza davanti un bel risotto agli spinaci, il discorso cambia notevolmente.
Sto riuscendo ad attirare la vostra attenzione?
In pratica in questo blog inserirò solo ricette di piatti a base di verdure, o al limite ortaggi, che saranno rielaborati in modo da consentire anche a chi, come me, odia le verdure di poterle mangiare senza pensare di stare a fare un grosso sacrificio.
Chiamamole pure RICETTE FURBE!
Queste ricette potranno essere utilizzate per far mangiare ad es. le verdure anche ai bambini, i quali, normalmente, fuggono davanti a tutto ciò che è verde e si mangia.
Volete seguirmi in questa avventura?
Ah, se proprio non riuscite a mangiare la verdura, neanche come ve la presenterò nelle mie ricette, passate a dare un'occhiata all'altro blog che curo
Dolci idee e non solo, lì troverete tante altre ricette (non solo di verdure) dall'antipasto al dolce!

mercoledì 2 gennaio 2013

Carciofi ripieni

Il carciofo è una pianta della famiglia delle Asteraceae coltivata in Italia e in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale.

Il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri.
Le varietà di carciofo sono classificate secondo diversi criteri. I principali sono i seguenti:
  • In base alla presenza e allo sviluppo delle spine si distingue fra varietà spinose e inermi. Le prime hanno capolini con brattee terminati con una spina più o meno robusta, le inermi hanno invece brattee mutiche o mucronate.
  • In base al colore del capolino si distingue fra varietà violette e verdi.
  • In base al comportamento nel ciclo fenologico si distingue fra varietà autunnali o rifiorenti e varietà primaverili o unifere. Le prime si prestano alla forzatura in quanto possono produrre capolini nel periodo autunnale e una coda di produzione nel periodo primaverile. Le seconde sono adatte alla coltura non forzata in quanto producono capolini solo dopo la fine dell'inverno.
Fra le varietà più famose si annoverano il Brindisino, il "Paestum" (carciofo IGP proveniente dall'omonima città della magna Grecia di Capaccio-Paestum) Spinoso sardo (coltivato anche in Liguria con il nome di Carciofo spinoso d'Albenga), il Catanese, il Verde di Palermo, la Mammola verde, il Romanesco, il Mazzaferrata di Cupello, il Violetto di Toscana, il Precoce di Chioggia, il Violetto di Provenza, il Violetto di Niscemi. Le varietà di maggiore diffusione in passato erano il Catanese, lo Spinoso sardo e il Violetto di Provenza, fra i tipi autunnali forzati, e il Romanesco e il Violetto di Toscana fra quelli primaverili non forzati.

Documentazioni storiche, linguistiche e molecolari sembrano indicare che la domesticazione del carciofo (Cynara scolymus) dal suo progenitore selvatico (Cynara cardunculus) possa essere avvenuta in Sicilia, a partire dal I secolo circa.
La pianta chiamata Cynara era già conosciuta dai greci e dai romani, ma sicuramente si trattava di selvatico. A quanto sembra le si attribuivano poteri afrodisiaci, e prende il nome da una ragazza sedotta da Giove e quindi trasformata da questi in carciofo.

Nella pittura rinascimentale italiana, il carciofo è rappresentato in diversi quadri: "L'ortolana" di Vincenzo Campi, "L'estate" e "Vertumnus" di Arcimboldo.
La tradizione dice che fu introdotto in Francia da Caterina de' Medici, la quale gustava volentieri i cuori di carciofo. Sarebbe stata costei che lo portò dall'Italia alla Francia quando si sposò con il re Enrico II di Francia.
Anche Luigi XIV era pure un gran consumatore di carciofi.
I carciofi si coltivano soprattutto in Italia, Spagna e Francia.

Il carciofo è una tipica pianta degli ambienti mediterranei. Il suo ciclo naturale è autunno-primaverile: alle prime piogge autunnale le gemme del rizoma si risvegliano ed emettono nuovi getti. I primi capolini sono emessi verso la fine dell'inverno, a partire dal mese di febbraio. In tarda primavera la pianta va in riposo con il disseccamento di tutta la parte aerea.

Dopo l'acqua, il componente principale dei carciofi sono i carboidratri, tra i quali si distinguono l'inulina e le fibre.
I minerali principali sono il sodio, il potassio, il fosforo e il calcio.
Tra le vitamine prevale la presenza di B1,B3 e piccole quantità di vitamina C.

Gli estratti di carciofo hanno mostrato in studi clinici di migliorare la coleresi e la sintomatologia di pazienti sofferenti da dispepsia e disturbi funzionali del fegato. La cinarina ha mostrato di essere efficace come rimedio ipolipidemizzante in vari studi clinici.
La cinarina ha anche effetti coleretici, sembra cioè stimolare la secrezione di bile da parte delle cellule epatiche e aumentare l’escrezione di colesterolo e di materia solida nella bile.
I derivati dell'acido caffeico in genere mostrano effetti antiossidanti ed epatoprotettivi.
La Cinarina è anche ipocolesterolemizzante, tramite l'inibizione della biosintesi del colesterolo e l'inibizione dell'ossidazione del colesterolo LDL ed ha effetti diuretici.
Lo utilizza inoltre, per il suo sapore amaro, in caso di nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza. La sua attività depurativa (derivata dall'azione su fegato e sistema biliare e sul processo digestivo) fa sì che venga usata per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi.
L'attività dei principi amari sull'equilibrio insulina/glucagone ne indica la possibile utilità come supporto in caso di iperglicemia reattiva o diabete incipiente.
(Le suddette informazioni sono state tratte da WIKIPEDIA)

Ultimo dato saliente che vale la pena di dire sui carciofi è che contengono solo 18kcal per 100g di prodotto edibile.
Ingredienti per 18 carciofi ripieni:
300gr di macinato di vitello (possibilmente da taglio magro)
2 uova
pane raffermo
prezzemolo
olio di oliva q.b.
parmigiano reggiano q.b.
latte q.b.

Procedimento:
pulire i carciofi togliendo le foglie dure e lessarli per 4/5 minuti in acqua bollente salata, dopodichè metterli ad asciugare su un telo pulito e asciutto.
Intanto, mescolare in una ciotola tutti gli ingredienti per il ripieno.
Quando i carciofi si saranno raffreddati, allargare le foglie centrali fino a creare un incavo per poter mettere il ripieno.
Disporre i carciofi ripieni in una casseruola, bagnare con un pò di acqua di cottura dei carciofi e condire con un pò di olio evo.
Infornare a 180° per una mezzoretta circa.

E questo è il risultato.
Una ricetta gustosa e non molto calorica.
Se mangiare i carciofi per voi non è un sacrificio, ma è anzi una cosa che vi aggrada, seguite il link che sto per indicarvi, vi porterà dritti dritti ad una dieta da 1.100/1.200kcal per sgonfiare la pancia e per ridurre/eliminare la ritenzione idrica.
Di quale dieta si tratta? Della dieta del carciofo naturalmente!

venerdì 28 dicembre 2012

P di peperone+ M di muffin = Muffin al peperone

Dopo circa 4 mesi di assenza, V di Verdura è tornato!
Vorrei ringraziare le bloggers e non che durante questo periodo di assenza si sono unite ai miei followers e anche chi mi ha spronato a non abbandonare questo blog, ritenendo utili le informazioni ivi contenute.

Tornando all'argomento principale di V di Verdura, oggi parliamo di: PEPERONI.
Andando su Wikipedia è possibile trovare ogni genere di informazione riguardante i peperoni: dalle loro origini alle diverse varietà oggi esistenti, dalle modalità di riproduzione ai diversi utilizzi in cucina e non.
Lo sapevate ad esempio che il peperone per la presenza di due proteine allergizzanti: (Cap 1; Cap 2), può essere causa di allergia alimentare anche grave?
Oppure, volete un consiglio per ottenere dei peperoncini molto piccanti (e già, i peperoncini appartengono alla famiglia dei peperoni!)?
Per aumentare il gusto piccante dei frutti, basta diminuire le innaffiature, anche azzerandole, nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti a non far morire la pianta.
Un'altra tecnica è quella di annaffiare solamente quando le foglie si sono abbassate, un chiaro indice di scarsità d'acqua.
L'aspetto più interessante per noi donne che combattiamo costantentemente con l'ago della bilancia è che i peperoni contengono solo 22Kcal ogni 100g di prodotto edibile.


Ingredienti per 6 muffin al peperone grandi o 9 medi:
2 patate di media grandezza tagliati a dadini
1 peperone rosso a dadini
1/4 di cipolla rossa di Tropea (ma se piace si può mettere anche una cipolla intera)
uno spicchio d'aglio
5 uova
80gr di grana padano grattugiato
olio evo
4 foglie di salvia
sale e pepe q.b.

Procedimento:
Versare in una padella antiaderente 4 cucchiai di olio e cuocervi dentro fino a farle stufare (ovvero per 20 minuti circa): le patate, i peperoni, la cipolla, la salvia e l'aglio. Aggiustare di sale e pepe. Quando le verdure sono arrivate a cottura, sbattere in una casseruolina 5 uova intere con il grana, sale e pepe (poco di entrambi però) ed unirvi le verdure stufate (ricordarsi di togliere l'aglio!). Versare il composto in stampini per muffin unti di olio e informare per 10 minuti circa a 200°.
Ecco il risultato:


Parliamo di calorie:
1 uovo di gallina di medie dimensioni contiene circa 80Kcal e in questa ricetta ne abbiamo usate 5, per un totale di 400Kcal circa.
100g di patata corrispondono a 83kcal, due patate medie dovrebbero pesare circa 300g, per un totale di 249 kcal circa.
Il peperone è sicuramente l'alimento più dietetico di questa ricetta perchè esso contiene 22kcal ogni 100g e un peperone di circa 200g conterrà più o meno 44 kcal.
Sulla cipolla, lo spicchio d'aglio, salvia, sale e pepe sorvolerei perchè hanno un apporto calorico davvero irrisorio, ma state attenti a non eccedere con il sale...  ristagna i liquidi, fa aumentare la pressione sanguigna e detto in parole povere: FA MALE!!!
Non sorvolerei, invece, sul grana padano, che apporta 374Kcal ogni 100g, quindi, per 80g di prodotto avremo circa 299Kcal (vogliamo arrotondare a 300?)
4 cucchiai di olio evo... qui il calcolo è davvero difficile perchè non tutti i cucchiai sono uguali e non tutti lo riempiamo allo stesso modo. Partendo però dal presupposto che 100g di olio corrispondono a 900Kcal, possiamo ipotizzare che 4 cucchiai di olio evo possano corrispondere a circa 30g e, conseguentemente, a 270kcal.
Abbiamo un totale di 1263kcal che divisi per 6 muffin grandi o 9 medi ci danno come risultato 210Kcal per ciascun muffin grande e 140kcal per ciascun muffin medio.
In pratica, l'unico ingrediente dietetico di questa ricetta sono propri i peperoni.

Morale della favola: se avete voglia di mangiare questi muffin (che sono davvero squisiti), limitatevi a mangiarne solo 1 e non lasciatevi ingannare dalle ricette che vedono verdure e ortaggi come protagoniste, perchè anche queste ricette possono mettere a rischio la vostra linea.

lunedì 6 agosto 2012

Terrina di carciofi

Lo so, siamo fuori stagione per i carciofi, ma ci si può sempre annotare questa ricettina per il prossimo freddo inverno.
Dei carciofi ho parlato abbondantemente qui e qui, ora passiamo alla ricetta, che è semplice e gustosa.
Ingredienti:
4 carciofi
3 uova
1 stracciatella pugliese di 200gr
90gr di parmigiano
pomodori pelati o passata di pomodoro 200gr o 200ml
1 spicchio d'aglio
basilico
olio evo
sale e pepe (facoltativo) q.b.
farina q.b.

Procedimento:
pulire i carciofi lasciandoci vicino una piccola parte di gambo (quella più tenera). Recidere quindi il gambo e tagliare i carciofi in fettini sottili (3/4mm), le fettine più irregolari, o che si frantumano, metterle in un mixer con i gambi, la stracciatella sfilacciata, il parmigiano e un uovo e frullare il tutto fino a ridurre ad una poltiglia omogenea a cui, infine, bisognerà aggiungere un pizzico di pepe (facoltativo). Nel frattempo far riposare in una scodella d'acqua le fettine regolari. Dopo qualche minuto riprendere queste ultime, asciugarle ed infarinarle, quindi passarle nelle uova sbattute (le due rimanenti previste in ricetta) e friggerle in abbondante olio bollente. In un'altra casseruola preparare il sugo che verrà utilizzato per condire i carciofi. Versare l'olio nella casseruola e far imbiondire lo spicchio d'aglio, dopodichè aggiungere la passata di pomodoro (o i pelati), il basilico, il sale e far cuocere il tutto per 15/20 minuti.
Quando il sugo è pronto procedere con la preparazione della terrina.
Ungere con un pò di olio una pirofila, o una teglia, e versarci sopra un pò di crema di stracciatella e carciofi, dopodichè coprire con i carciofi fritti (e solo leggermente salati) e con il sugo. Continuare con la crema, i carciofi e il sugo fino ad esaurimento degli ingredienti (io ho fatto quattro strati). Infornare in forno ben caldo a 180° per 15/20 minuti. Dopo aver spento il forno e sfornato la terrina, aspettare che si intiepidisca un pò prima di servirla, per consentire alla stracciatella ed al parmigiano di rassettarsi.
Buon appetito!

lunedì 30 luglio 2012

Melanzane ripiene

E' da molto tempo che non posto nulla su V di Verdura e non è accettabile, visto che ci troviamo in una stagione in cui proprio le verdure, insieme alla frutta, ci danno il massimo.
Questo è il periodo migliore per mangiare degli ottimi peperoni (rossi, gialli e verdi), delle succulente melanzane (prive di quei fastidiosi semi che ci fanno capire che sono di serra), zucchine e fiori di zucchina e chi più ne ha più ne metta.
Oggi vorrei parlare delle melanzane.
La pianta della melanzana, nome scientifico Solanum Melongena, appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed è originaria dell'India dove cresceva spontanea già più di 4.000 anni fa. In Italia la melanzana cominciò a diffondersi intorno al 400 d.C. ad opera degli arabi. Ad oggi l'Italia rappresenta uno dei maggiori paesi europei esportatore di tale ortaggio.

La melanzana è un ortaggio tipicamente estivo, infatti, al di sotto dei 12°, la pianta smette di crescere; è un ortaggio che non può essere consumato crudo, in quanto, oltre ad avere un gusto non proprio gradevole, contiene una sostanza tossica il cui nome è solanina.
Molte sono le varietà esistenti di questo ortaggio, che, oltre al colore si differenziano per la forma, ovale, tonda e bislunga.
La melanzana è composta per il 92% da acqua, per il 3% da fibre alimentari, 1% proteine, carboidrati, ceneri e zuccheri.
Tra i minerali spicca in assoluto il potassio, seguito da fosforo e magnesio; in percentuale minore troviamo lo zinco, il ferro, il rame, il calcio il sodio e, in quantità bassissima, il selenio.

Sul versante delle vitamine annoveriamo: vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B ( B1, B2, B3, B5, B6 ), vitamina C, vitamina K, vitamina J e in quantità molto ridotta la vitamina E o Alpha-tocoferolo.
Molto lunga la lista degli aminoacidi presenti nella melanzana tra cui elenchiamo i principali: acido aspartico, acido glutammico, leucina, valina, alanina, arginina, lisina e prolina
 
Grazie al suo alto contenuto di acqua, la melanzana è considerata innanzitutto depurativa dell'organismo, ed è quindi consigliata nei casi di gotta, arteriosclerosi e problemi di infiammazione alle vie urinarie; la buona presenza di potassio e di altri minerali le conferisce poi proprietà rimineralizzanti e ricostituenti.

Le melanzane contengono inoltre alcune sostanze amare, presenti anche nelle foglie dei carciofi, che contribuiscono a stimolare la produzione di bile ed anche ad abbassare il tasso di colesterolo "cattivo" nel sangue. Essendo un ortaggio molto povero di calorie e ricco di fibre, la melanzana è spesso inserita nelle diete dimagranti (infatti per ogni 100 gr. di parte edibile abbiamo una resa di sole 18 calorie).

La melanzana ha anche proprietà lassative, anche se non molto marcate, ed è quindi utile in casi di stitichezza.

Una cosa di cui dobbiamo tener conto, se vogliamo "approfittare" delle proprietà e dei benefici della melanzana, è quella di non eccedere con i condimenti, in particola modo l'olio, in quanto la melanzana ha tra le sue caratteristiche quella di assorbire in modo particolare i grassi.

La melanzana non contiene glutine e può quindi essere consumata dalle persone interessate dal morbo celiaco.
  
Fra le varietà di melanzane più conosciute e consumate in Italia citiamo:
la violetta di Firenze, una melanzana con forma rotondeggiante, la violetta di Napoli, con una forma più allungata e dal sapore più "deciso", la Larga Morada, dal colore più chiaro con strisce violacee e con un gusto molto delicato, la gigante di New York, viola ed enorme ed infine la violetta lunga palermitana dal colore viola scuro e dalla forma allungata.

Solitamente le melanzane si distinguono per la forma che oltre ad essere rotonda può avere forma allungata ed ovale. (Informazioni reperite dal sito www.mr-loto.it al seguente indirizzo: http://www.mr-loto.it/melanzana.html).
La ricetta che propongo oggi non è proprio nello stile di V di Verdura, in genere cerco di proporre delle ricette che abbiano come protagoniste le verdure e che non siano bombe caloriche.
Questa ricetta tutto è tranne che leggera!


Ingredienti:
4 melanzane tonde non troppo grandi.
1 salsiccia di maiale
50g di mortadella
1 mozzarella fiordilatte
1 simmenthal (facoltativo)
cipolla, sale, pepe q.b.
1 o 2 uova
passata di pomodoro q.b.
una manciata di capperi dissalati
olio evo q.b.
parmigiano reggiano q.b.
basilico fresco


Preparazione:
lavare le melanzante, privarle della punta e tagliarle a metà nel verso lungo, svuotarle della polpa e ridurre la stessa a dadini. Soffriggere i dadini di polpa di melanzane in una padella antiaderente e a fine cottura salare e pepare. Sgranare e cuocere la salsiccia in un'altra padella. A cottura ultimata, unire la polpa cotta di melanzana, la mozzarella e la mortadella tritati al coltello e 1 o 2 uova, un pizzico di pepe e amalgamare il tutto. Io qualche volta ci metto anche una simmenthal, perchè mi piace il sapore che dona, ma è un ingrediente del tutto facoltativo.
Intanto, soffriggere da ambo i lati il guscio di melanzana e metterlo poi a scolare su carta assorbente.
Preparare un sughetto leggero con olio, cipolla, un pizzichino di sale, passata di pomodo, capperi e basilico, che dovrà cuocere 15/20 minuti.
A questo punto si potrà assemblare la teglia che andrà in forno. Riempire i gusci di melanzana con il composto a base di salsiccia, polpa di melanzana, mortadella (ecc.) e disporre nella teglia. Quando la teglia sarà piena, o i gusci di melanzane da riempire saranno terminati, coprire il tutto con il sugo, cospargere parmigiano reggiano a piacere e infornare a 180° per 25 minuti circa. Prima di servirle, queste melanzane ripiene vanno fatte riposare un pò fuori dal forno una quindicina di minuti.
Il piatto è ottimo, ma per niente dietetico.

lunedì 21 maggio 2012

Risotto alle mazzancolle, peperoni e zucchine

(Informazioni tratte da Wikipedia e dalla rete)
Capsicum L. è un genere di piante della famiglia Solanaceae, originario delle Americhe e attualmente coltivato in tutto il mondo.
Oltre al noto peperone, il genere comprende varie specie di peperoncini piccanti, ornamentali e dolci.
Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriva da "capsa", che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto (una bacca) che ricorda proprio una scatola con dentro i semi.
Altri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia.
Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che già nel 5500 a.C. era conosciuto in Messico, presente in quelle zone come pianta coltivata, ed era la sola spezia usata dagli indiani del Perù e del Messico.
In Europa il peperoncino giunse grazie a Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493.
Il frutto venne chiamato peperone a causa della somiglianza nel gusto (sebbene non nell'aspetto), con il pepe, Piper in latino. Il nome con il quale era chiamato nel nuovo mondo in lingua Nahuatl era chilli o xilli, e tale è rimasto sostanzialmente nello spagnolo del Messico e dell'America Centrale (chile) e nella lingua inglese(chili)
Il Capsicum annuum è un arbusto perenne a vita breve che, in condizioni di clima sfavorevole, viene coltivato come annuale. Le piante si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm (a seconda della specie) con foglie di colore verde chiaro. I fiori hanno la corolla bianca avente da 5 a 7 petali con stami giallo tenue. Le altre specie hanno portamenti diversi. 
Tutte le specie possono essere coltivate anche in un balcone, seminando verso febbraio al centro sud e marzo al nord, mentre i frutti si possono raccogliere in estate e in autunno. Questi andrebbero usati subito dopo la raccolta affinché non perdano le loro proprietà, ma si possono conservare anche sott'olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole), oppure congelandoli.
La semina avviene in febbraio-marzo, a seconda del clima, possibilmente in ambiente riscaldato a temperatura di circa 25-30 °C, con composta da semi, ½ torba e ½ sabbia. Alcune varietà, soprattutto i C. chinense e il chiltepin, hanno lunghi tempi di germinazione. Questi possono essere ridotti con una corretta concimazione, e una temperatura della composta di 30-35 °C di giorno, e circa 20 °C di notte. Allo spuntare della seconda coppia di vere foglie, si ripicchettano le piantine in contenitori singoli, per poi mettere a dimora dopo le ultime gelate, e comunque quando la temperatura notturna non scende sotto i 15 ° C (aprile - maggio).
Il terreno dev'essere sciolto, acido, ben drenato con una buona componente sabbiosa, non troppo fertilizzato: un uso eccessivo di nitrati porterebbe a bellissime piante fogliose, con pochissimi o nessun fiore, e quindi frutti.
Al contrario di quanto si pensa, il peperoncino ha bisogno di molta acqua durante la coltivazione, senza però creare ristagni. Per aumentare il gusto piccante dei frutti, basta diminuire le innaffiature, anche azzerandole, nelle 48-72 ore precedenti la raccolta, stando attenti a non far morire la pianta. Un'altra tecnica è quella di annaffiare solamente quando le foglie si sono abbassate, un chiaro indice di scarsità d'acqua.
Per favorire la maturazione dei frutti, si può aumentare il tenore di potassio del terreno, ad esempio con del solfato di potassio.
C. chinense richiede molto calcio, che può essere aggiunto tramite farina d'ossa o equivalente. Quando la pianta ferma la crescita e le nuove foglie avvizziscono, è un indizio della carenza di calcio.
Essendo perenni a vita breve, possono essere fatte svernare in casa, in una posizione calda e assolata. Devono essere portate all'interno o in serra quando la temperatura di notte scende sotto i 10 °C (le tropicali, sotto i 15 °C), mentre di giorno possono essere portate fuori se la temperatura si mantiene sopra i 15-20 °C. D'inverno le piante possono perdere le foglie, e necessitano una potatura per lo meno dei rami secchi in marzo.

Vi riporto ora i valori nutrizionali di 100g di peperoni crudi.

ENERGIA (calorie)                           22 Kcal ovvero 92 Kjoule
Parte edibile                                           82%
acqua                                                   92,3g
carboidrati                                             4,2 g
grassi                                                      0,3g
proteine                                                  0,9g
fibre                                                        1,9g
Passiamo ora a questa ricetta ricca e gustosissima che può essere mangiata anche da chi è a dieta perchè, a parte un pò di olio e di burro, non ci sono grassi che possano danneggiare alla linea.
Ancora una volta però devo ammettere di aver litigato con la macchina fotografica, come vedete mi sono venute fuori solo foto appannate, da cosa? Boh!!!

Ingredienti:
320gr di riso per risotti
400gr di mazzancolle
1 peperone rosse e 1 peperone giallo
2 zucchine
olio evo q.b.
una noce di burro
1 bustina di zafferano

Procedimento:
pulire le mazzancolle, serbando i gusci e le teste che saranno usati per preparare il brodo per il risotto.
In una pentola capiente mettere: mezza cipolla, 1 carota tagliata a tocchetti, un gambo di sedano, 3 pomodorini tagliati a metà, un ciuffo di prezzemolo, il contenuto di una bustina di zafferano, sale e gli scarti delle mazzancolle (gusci e teste), coprire a filo con acqua e cuocere una mezzoretta circa.
Intanto che il brodetto cuoce, sciacquare ed asciugare i peperoni e metterli in forno per mezz'ora a 180° (dopo sarà facilissimo spellarli!). Trascorsi trenta minuti spegnere il forno, tirare fuori i peperoni e coprirli con l'alluminio e lasciarli così per una decina di minuti, dopodichè tirarli fuori e spellarli, togliere la parte bianca interna e i semi ed infinie tagliarli a listarelle.
Versare 20gr circa di olio in una padella e cuocere i peperoni e le zucchine tagliate a rondelle sottili. Dopo qualche minuto (5/7  circa), aggiungere prezzemolo, sale, pepe e le mazzancolle, far cuocere solo per 2/3 minuti, dopodichè spegnere il fuoco.
In una casseruola, sciogliere una noce di burro e versarci dentro il riso. Lasciare tostare per un paio di minuti, sfumare con il vino bianco ed una volta evaporato, bagnare con il brodo di gusci di mazzancolle (precedentemente filtrato). 2/3 minuti prima di spegnere il fuoco, aggiungere il sughetto di peperoni  ed ultimare, così. la cottura delle mazzancolle.
Non c'è bisogno di mantecare con altro burro. Malgrado le foto, vi assicuro che questo risotto è buonissimo!

La foto è pessima lo so, ma non riesco a fare di meglio purtroppo!

giovedì 3 maggio 2012

Risotto asparagi e gamberetti

In questo post ho pensato di raccogliere alcune informazioni utili in merito alle verdure che più di altre arricchiscono la nostra tavola.
Alcune di esse sono di stagione proprio in questo periodo, quindi, queste informazioni potrebbero anche tornare utili, a breve, a qualcuno.

Zucchine: le migliori sono piccole, a buccia lucida e con la polpa ben soda. Se si acquistano con i fiori, controllare che abbiano i petali perfetti, senza macchie scure. Non lavarli, ma pulirli delicateametne con un panno umido per non sciuparli. Sono ottime anche le zucchine tonde, perfette per essere farcite.

Taccole: chiamate anche "piselli mangiatutto" perchjè si consumano con l'intero baccello, in cucina prediligono le preparazioni semplici e le cotture veloci che mantengono intatte le proprietà nutritive.

Piselli: i più dolci e teneri sono quelli  precoci, mentre i più grossi e farinosi si prestano a cotture più lunghe come minestre e creme. Sul mercato si trovano di diverso calibro: finissimi, fini, medi e grossi.

Fave: se sono freschissime e giovani, si possono mangiare crude, condite semplicemente con olio extravergine d'oliva, limone e pecorino fresco. Le migliori sono le Precoci d'Aquitania.

Carote: ricche di sostanze utili al nostro organismo, in primavera sono piccole, molto tenere e spesso si trovano con il loro caratteristico ciuffo verde.

Asparagi: le primizie arrivano già ad aprile, ma la stagione dura fino a giugno. Bianchi, verdi o violetti, hanno tutti un sapore delicato e caratteristico. Per lessarli senza rovinare le punte, privare i gambi della parte legnosa, legarli a mazzetti e immergerli nell'acqua, verticali, lasciando fuori le punte delicatissime.

Cipollotti: Sono le cipolle raccolte prima di giungere a maturazione e hanno un sapore delicato. I cipollotti bianchi dal gusto più spiccato, si adattano alla cottura, quelli rossi e dolci sono buoni anche crudi. Per prepararli, scartare la parte verde dura, tenendo quella tenera vicina al bulbo, ed eliminare le radici.

Carciofi: con le spine e ricchi di sapore come quelli liguri e sardi. Oppure senza spine, come il Romanesco o Mammola da aprire a fiore e friggere. Quando si puliscono, metterli man mano in acqua e succo di limone per evitare che anneriscano.

Ingredienti per 4 persone:
320 gr di riso
1 fascio di asparagi selvatici o coltivati
200gr di gamberetti (vanno bene anche quelli surgelati)
1/2 cipolla
brodo q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco secco
burro q.b.
sale e pepe
parmigiano (facoltativo)

Procedimento:
Mettere un pentolino sul fuoco con dell'acqua, aggiungere un pò di sale e lessare i gamberetti per qualche minuto, dopodichè recuperare i gamberetti e metterli da parte. Nella stessa acqua lessare gli asparagi  per qualche minuto, filtrare e mettere da parte sia gli asparagi che la loro acqua di cottura. Frullare i gambi degli asparagi e 1/3 dei gamberetti con 2/3 cucchiai della loro acqua di cottura. La restante acqua di cottura va versata nel brodo e portata ad ebollizione. In un altra pentola mettere il burro (20/30gr) e soffriggere la cipolla, aggiungere il riso e quando è ben tostato aggiungere il vino bianco e lasciar evaporare. A questo punto aggiungere i gamberetti e gli asparagi frullati e del brodo caldo e mescolare. Man mano che il brodo si asciuga aggiungerne dell'altro e mescolare. Qualche minuto prima di spegnere il fuoco aggiungere gli asparagi e i gamberetti lessati ed aggiustare di sale e pepe. A cottura ultimata spegnere il fuoco e mantecare con un pò di burro. Se lo si gradisce si può aggiungere del parmigiano, ma secondo me il risotto va mangiato senza.

venerdì 13 aprile 2012

Frittatina di zucchine

Delle zucchine e delle loro proprietà nutrizionali ho già parlato in questo post.
Questa ricetta è di semplicissima realizzazione e consente di sfruttare appieno le caratteristiche nutrizionali della zucchina. Lavare 4 zucchine, asciugarle, tagliarne le estremità e poi a metà per lungo, quindi, levare la polpa centrale con i semini.
A questo punto tagliare a rondelle le zucchine e soffriggerle in padella con un pò di olio, salare e pepare.
Quando le zucchine si sono ben dorate, sbattere in una ciotola 3 uova e una manciata di parmigiano, aggiungere le zucchine ancora calde e poi versare il tutto in una padella antiaderente con un pò d'olio al suo interno. A metà cottura girare la frittata e a cottura ultimata metterla in un piatto di portata.